Nota dell'autrice:
Questa ff nasce come un esperimento narrativo e stilistico….naaaaa ma che dico…nasce invece dalla voglia di far coincidere presente e passato…e come ho detto ad Alex…pensare che queste due dimensioni temporali sono unite…un tutt’uno, come dire che Oscar sono sempre qui, nella nostra nostalgia, e lì nella fantasia dei nostri ricordi…
Tutto qui… ^_^
Lo Specchio Addormentato
X° parte
 
 
Oscar  nel salottino stava sorseggiando un buon bicchiere di vino…mentre scorreva le pagine di un libro…era un raccolta dei lirici greci…uno dei famosi libri che le furono proibiti dal padre quando era adolescente…trovò infatti nella biblioteca molti titoli “proibiti”…li hai messi qui…mentre a Parigi mi sottoponevi libri di strategia…e trattati politici…non trattenne un sorriso amaro…
Girò la pagina…e la sua attenzione fu attratta dai primi versi di una poesia…conosceva quella poesia…quelle parole le aveva sentite molto tempo fa…da Andrè…
-Alcuni dicono che sulla terra la cosa più bella sia un esercito di cavalieri,
altri di fanti, altri di navi,
io invece ciò di cui uno è innamorato…-
Oscar ricordò la risata che rivolse all’amico…quelle parole per lei non avevano significato allora…ma ora…ricordò anche lo sguardo di Andrè che si abbassò…anche allora vent’anni fa…le aveva detto…il suo amore…e lei non capì…
Bevve un lungo sorso di vino…e appoggiando il bicchiere si accorse che il piccolo mathieu la guardava furbescamente…impalato sulla porta…appena il piccolo si accorse di essere stato scoperto…fuggì via…chissà che mi starà combinando…ogni sera mi fa un imboscata…e il suo volto si illuminò in un sorriso…
Guardò ancora quelle parole…ripensando alla drammatica conversazione con Anne del giorno prima…si erano dette molte cose…la pendola sul camino suonò il rintocco delle dieci…Oscar si alzò e si diresse verso la camera della madre…
Bussò…e una cameriera le venne ad aprire…chiese se la madre stesse dormendo…quando la limpida voce della madre la invitò ad entrare…
“Oscar…sei tu?…vieni”
“madre…volevo…” Oscar non sapeva come fare…che dire…
“siediti qui accanto a me…e raccontami del piccolo Mathieu…”
“è una peste…adorabile…”
“ti sei affezionata a lui….vedo”
“all’inizio la sua curiosità mi metteva a disagio…ma poi…”
Oscar arrossiva…sapeva bene che la madre seguiva il corso dei suoi pensieri…infatti la madre per non metterla ulteriormente a disagio…troncò con un sorriso il discorso…
“ma poi…il bambino ha vinto il comandante…”
Oscar la guardò negli occhi…voleva abbracciarla…aveva capito tante cose e troppo in fretta…il tempo era inesorabile…
“madre…io…”
Madame Jarjayes…tratteneva a fatica le lacrime…lentamente la sua mano si accostò al viso severo e triste della sua bella e altera figlia…Oscar le prese la mano…chiuse gli occhi…assaporando quel contatto…e il calore della madre…le parole non servivano…

V

“Come sta?”…furono quelle le prime parole che rivolse alla sorella maggiore della sua Oscar…le prime parole dopo anni che non si vedevano…erano cariche d’angoscia, cariche di una lontana speranza…
“Andrè…lei sta bene…”
quel dolce sorriso scaturito da quegl’occhi tanto simili ma anche tanto diversi dagl’occhi freddi e luminosi di Oscar…
“oh…madame scusatemi…io non vi ho…”
sorrise ancora…in quella mezzora il sorriso di AnneMarie tranquillizzò Andrè più di una volta…seppe così che Oscar era ancora di istanza nei soldati della guardia di Parigi, l’incarico era duro ma lei si era impegnata e aveva vinto anche quella battaglia….seppe anche della malattia della madre…Oscar lo sapeva…e soffriva in silenzio…soffriva in quello sguardo che si perdeva…oltre…
“Andrè…ora tocca a te…perché te ne sei andato?”
il giovane si avvicinò alla bella signora…e con un gesto della mano si scostò i capelli dal volto…una piccola cicatrice…vicino all’occhio…
“Stavo diventando cieco…e l’idea di non poterla più proteggere…”
AnneMarie riuniva a poco a poco i tasselli di quel mosaico di sentimenti, di parole, di silenzi…
“Ed ora perché sei qui…perché non vai da lei…”
Andrè si appoggiò ad un tronco…e in un sospiro in un lamento…ammise:
“per proteggerla….per proteggerla da me…”
si voltò e AnneMarie…capì tutto….
“cosa farai?”
“…”
“io non dirò nulla…abbi cura di te…addio”
Andrè la vide allontanarsi nel fitto del boschetto intorno la parco del palazzo…vide allontanarsi un fantasma…AnneMarie…Oscar…la sua vita…partirò…

La vecchia Renault bianca attraversò il cancello della tenuta…era notte fonda…la donna aveva guidato per molte ore..era stanca…e nervosa…il portacenere era pieno di mozziconi…la radio della macchina cantava una vecchia canzone di Michel Fugain…che ironia…”una belle histoire”…proprio così…mai iniziata e mai finita…la donna mise la testa fuori dal finestrino…e si fermò in mezzo ai prati..la casa era poco lontana…era buio…tutto era calmo…silenzio…solo le note della canzone…il suo respiro…le sue lacrime…il profumo della natura…era così famigliare…tutto così solitario…questo mio ritorno non lo condivido con nessuno…non torno da nessuno…non torno da…
E dopo mesi…anni…una vita intera… riuscì a pronunciare…
“il mio Andrè”

l’uomo stava tornando a piedi al capanno, aveva passeggiato per molte ore nella tenuta…aveva deciso che quella era l’ultima notte che sarebbe rimasto lì…all’alba avrebbe preso il primo treno per Parigi…conosceva ogni sentiero…e il buio era un amico ormai…
passò lontano dalla strada…

Oscar suonava per la madre nel grande salone…quel piano piangeva … sorrideva …. gridava … cercava …in quel momento entrò nel salone una cameriera quasi correndo…
“Madame…”
Oscar smise di colpo di suonare…alzandosi si diresse verso la piccola cameriera…e sovrastandola
“cosa succede?”
“il piccolo ….”
“Mathieu…dimmi…cosa…”
la cameriera era in preda al panico non riusciva a spiccicare parola…forse più per paura di Oscar…che la prese per una braccio e cominciò a strattonarla…
fu la voce della madre che la calmò
“Oscar se fai così la poverina…”
entrò anche AnneMarie…
“Oscar…ha preso il pony…”
“Cooosa?….da solo”
allora si precipitò fuori, si diresse come una furia verso le scuderie…

Il sole stava tramontando e nuvole minacciose arrivavano dal mare…Andrè lentamente a cavallo si dirigeva verso la spiaggia…un ultimo addio…la sua tristezza non gli impedì però di accorgersi in lontananza di una cosa strana…un piccolo pony bianco che trotterellava allegramente verso di lui…e il piccolo Jarjayes che si sbracciava …non può essere qui da solo…e adesso?…
In quel momento il piccolo cavaliere era ormai troppo vicino per evitarlo…
“signore!!!! Aspettate…sono io…ho fatto come mi avevate detto!!!”
Andrè allora si avvicinò…e regalò al piccolo un sorriso…uno di quei sorrisi che tanto avrebbe voluto regalare alla sua Oscar…come le assomigli…è come ritornare indietro nel tempo…
“signore…allora la missione???” occhi vispi gli chiesero…
“qui ho finito…posso tornare a Parigi” occhi tristi risposero…

Oscar galoppava come una furia per i percorsi che aveva fatto con il nipotino in quei giorni, si augurava che il piccolo non si fosse allontanato troppo…speriamo che non lo abbiano notato…qualche brigante…mio dio…
Oscar era terrorizzata…vagava da ore…il sole era calato…e stava per scatenarsi un bel temporale…

La donna era scesa dalla macchina…la casa era buia…Rosalie dormiva da un pezzo…non si preoccupò di prendere i bagagli…era solo stanca…un bel bagno caldo…una cioccolata che mi rinconcigli con il mondo… e poi domani…domani…
Stava per aprire la porta…quando sentì…il silenzio….

L’uomo era arrivato alla baracca, si tolse la giacca e si buttò a peso morto sul letto di fortuna, che era riuscito a sistemarsi, si stirò…e sbuffò…aveva una voglia matta di stropicciarsi gli occhi…ma era un gesto che temeva ancora fare…si alzò lentamente e decise di sciacquarsi la faccia…inutile dormire…meglio dare una sistemata e prepararmi…

Andrè era preoccupato…sapeva che Oscar era in giro a cercare il nipote…ma sapeva anche che non poteva rispedirlo a casa da solo…stava già cominciando a piovere…
Sistemò il pony dietro al suo cavallo…avvolse  il piccolo nella sua giacca e lo prese in braccio…
“Faremo una bella corsa a casa..ora…prima che ci sorprenda il temporale…”
“Wow…anche la zia Oscar me l’ ha fatta fare…chissà che mi dirà….”
“Dirà che sei stato imprudente…e ti consegnerà per due giorni…”
Il tono di Andrè era severo..ma poco dopo scoppiò in una risata…anche Mattheu rise…e si lanciarono al galoppo…

Oscar non sapeva più dove cercare…sconsolata decise di tornare verso il palazzo…chissà forse…sennò ricomincerò a cercare…a costo di ribaltare tutta la regione…
La folgorò il pensiero che quella ricerca..la sua apprensione erano sì dovute all’affetto per il piccolo nipote “passaguai”…ma in fondo al cuore sfogava in quella ricerca la disperazione di non avere cercato mai veramente Andrè…e non per quegl’ultimi mesi…ma per tutta una vita…

Silenzio…la casa…silenzio…le scuderie…silenzio? Ma come è possibile…?
Si avvicinò con il terrore nel cuore che, durante la sua assenza, Rosalie si fosse vista costretta ad abbattere il cavallo di Andrè. L’idea di entrare nella scuderia e trovare il suo box vuoto…sarebbe stato come perderlo ancora una volta…non aveva mai pensato di abbattere quel cavallo…chissà forse era stata troppo egoista..ma sentire ogni giorno il rumore degli zoccoli che sbattevano..vederlo..anche se in quelle condizioni…sì forse è meglio se lo hanno liberato dal suo tormento…entrò…
Il cavallo la riconobbe subito…e nitrì allegramente…la donna sconvolta gli tese la mano…la bestia tornata magnifica la leccò…
“Andrè…solo tu…”
Corse fuori…gridando quel nome…entrò in casa…gridando finalmente quel nome…
La sua stanza era vuota…la casa era vuota…
“Capo…ma che succede?”
Rosalie si era svegliata dal chiasso che la donna aveva fatto in casa…appena la vide…la prese per le braccia…quasi la sollevò…
“Dov’è?!”
a occhi sbarrati Rosalie si ammutolì…
“mi hai sentito…dov’è …dov’è Andrè?!”

Andrè lasciò Mathieu dinnanzi al palazzo…preso dal panico di vedersi davanti il volto splendido di Oscar …non attese un momento e si lanciò al galoppo verso il cancello…non si accorse di avere freddo…

L’uomo si sciacquò il volto…si guardò allo specchio…non sopportava più quel volto camuffato…beh…è arrivato il momento…e sorridendo si insaponò…e tirò fuori dalla sacca un rasoio…

“Rosalie…dimmi….” la donna la pregava…i suoi occhi azzurri ombrati dalle lacrime…
“ma io non so…chi…”
“Come????” la preghiera si fece ordine….si fece rabbia….la morsa poi si allentò…e una profonda tristezza…solo tristezza…
la donna si diresse verso il piano che taceva da mesi in un angolo del salotto…c’erano molte foto…la madre…i suoi podi…il padre…e poi una foto in bianco e nero…la prese in mano..la accarezzò…
Rosalie le si avvicinò…e i suoi occhi si posarono con attenzione nuova su quelle vecchie foto che aveva visto tante volte e che non aveva mai veramente guardato con attenzione…
“E’ lui?….” chiese con dolcezza….
La donna annuì….e un dito si appoggiò….sul quel ritratto…ne accarezzò il mento…
Il mento nasconto…un viso nascosto…un passato…un presente nascosto…MA E’ LUI!
“E’….LUI!….”
la donna si voltò…sgranando gl’occhi…

Oscar rientrò nel palazzo….travolgendo quasi la porta….
Tutta la famiglia la attendeva…era fradicia…il volto stravolto dalla preoccupazione…immediatamente gl’occhi si posarono sulla sorella…la colpa le era dipinta sul volto…si sentiva colpevole…aveva fallito….poi alzando lo sguardo vide il dolce e calmo sorriso della sorella e poi della madre…e si rese conto…
“Dov’è?”
la madre le fece segno…il piccolo si era nascosto nel salone…aveva capito di averla fatta grossa…i passi veloci, la cadenza marziale di Oscar rimbombava nell’atrio…lo vide nascosto dietro una colonna…
“esci fuori!…Mathieu !” un ordine perentorio…
la testolina ricciuta del nipote fece capolino…occhi a terra….
“Guardami….”
Appena gli occhietti del piccolo incrociarono lo sguardo della donna…tutta la preoccupazione si sciolse…tutta la severità scomparve….Oscar si avvicinò…e allargò le braccia …il piccolo le corse incontro e le saltò in braccio…
Tutta la paura divenne tenerezza…lo strinse forte…e non seppe trattenere le lacrime…

Andrè rimase nascosto fuori dal cancello per aspettare il ritorno di Oscar…poggiare un’ultima volta lo sguardo su di lei…sul suo corpo snello e forte mentre galoppava…sui suoi capelli scompigliati dal vento e resi luminosi dalle gocce di pioggia…
Oscar gli sfrecciò accanto….un colpo al cuore…un dolore sordo…un grido nella testa…Andrè dopo qualche minuto si allontanò…ubriaco di quella visione…il capanno di caccia sarebbe stato il suo rifugio per l’ultima volta…

“Ma è lui!!!!”
Rosalie..quasi le strappò di mano la vecchia fotografia…la girò…verso lo guardo triste della donna…batteva il dito sul vetro..come se quel suono dovesse risvegliare..la malinconia della donna che sembrava esserne schiava…
“Guardi….il cavallo…è stato lui….la barba…ma è lui….”
La piccola Rosalie balbettava per l’emozione… “già…è proprio  il signor François”
Quel nome….
“Come l’hai chiamato? “
“François…mi ha detto di chiamarsi così…”
La donna cominciò a camminare nervosamente per la stanza…no non può essere una coincidenza…
si ricordò che una volta l’uomo le confessò il desiderio di volerla chiamare, almeno per una volta, con il suo secondo nome…erano poco più che ragazzini…ricordò che erano al capanno…e che lui si voltò…la guardò con dolcezza poi scoppiò a ridere…e la chiamò….François…

Oscar stringeva ancora fra le braccia il piccolo Mathieu…provava una strana sensazione…come di déja vu…non era l’abbraccio…non era il piccolo…si sentiva strana…appoggiò il piccolo a terra…che subito si diresse dalla madre…Oscar voltandosi si ritrovò dinnanzi all’enorme specchiera del salone…la sua immagine riflessa…e vicino alla colonna dietro cui il nipote si era nascosto…c’era una giacca…la giacca che aveva riparato dalla pioggia il piccolo…
Oscar si avvicinò…e istintivamente se la portò al viso…ne bevve il profumo…era di Andrè…lo sapeva…Andrè aveva riportato il piccolo…Andrè aveva abbracciato il piccolo…Andrè …
Stringendo la giacca fra le mani corse fuori…se Andrè era lì…c’era solo un posto…il loro posto…il nascondiglio dei loro giochi infantili…

Aveva cominciato a piovere…la donna corse fuori dalla casa…e si precipitò verso il bosco che girava intorno alla collina…anche lei sapeva ogni sentiero della tenuta…corse con tutta se stessa…

Andrè…era infreddolito…solo entrando nel vecchio capanno si era reso conto di aver lasciato sulle spalle del piccolo Jarjayes la sua giacca…si avvolse nel mantello…e senza neanche rendersi conto di addormentò…
 
Oscar frecciava in sella al suo cavallo…non mancava molto…il vecchio capanno …Andrè…

Il rasoio passava sicuro sulle guance dell’uomo…lentamente il suo volto riemergeva…

La donna si bloccò a poche decine di metri dalla baracca…c’era una luce che brillava all’interno…era fradicia e sudata…tremava più per se stessa che per il freddo…Si avvicinò lentamente alla piccola costruzione in legno…e spiò da un finestrella….

Andrè dormiva profondamente…tanto che non riuscì a sentire il galoppo furioso di Cesar che si avvicinava…
Oscar scese da cavallo…il capanno era immerso nel buio…il terrore di essere arrivata tardi la immobilizzò davanti alla porticina….

L’uomo prese dell’acqua dal catino…e si sciacquò…mancava un’ultima cosa…prese un coltello e si portò i capelli da un lato…e tagliò la coda che era cresciuta in tutti quei mesi interminabili in ospedale…lontano da lei…

La donna osservava in silenzio….si beava di poterlo rivedere…

Oscar lentamente aprì…la porta…

La donna lentamente aprì la porta….l’uomo era in piedi di fronte allo specchio….alle sue spalle sentì un sogno…
“Andrè…dimmi cosa vedi?”

Andrè…in quell’istante socchiuse gli occhi…e vide in controluce stagliarsi il profilo di un fantasma…era convinto che fosse un sogno…
“Andrè…guardami”

“Oscar”
“Oscar”
 

Fine

grazie Alex…per aver creduto in questo racconto…

 
                                                                                                                                   Mik

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